Skip directly to content

Press Release TELL ME 2012-10-17

on Wed, 10/17/2012 - 22:05
The TELL ME project was created in response to European Commission Call (DG Research and Innovation ‐ HEALTH), for developing an evidence‐based behavioural and communication package to respond to major epidemic outbreaks.

Go to the TELL ME Brochure

Il ritiro del vaccino antinfluenzali: storia di uno scivolone comunicativo

TELL ME, un progetto finanziato dalla Commissione Europea per “insegnare a comunicare” durante le epidemie influenzali, studierà l’effetto sulla popolazione italiana della comunicazione del ritiro di lotti di vaccino antinfluenzale della Crucell risultati positivi al test di sterilità. Si teme infatti che il modo in cui è stata condotta la comunicazione possa portare al risultato opposto di quello atteso dalle autorità sanitarie: allontanare la popolazione dal vaccino anziché favorirne un'adesione informata.

“Vaccino influenza, ritirato un milione di dosi”, la notizia ha conquistato la prima pagina di molti giornali di ieri.  TELL ME ha deciso di studiare l’effetto su un campione  della popolazione italiana di questa notizia per verificare in che misura essa abbia modificato l’attitudine a vaccinarsi. I risultati della ricerca,  affidata all’ISPO, l’Istituto di ricerca sociale, economica e di opinione, guidato da Renato Mannheimer, saranno resi noti al più presto.

Proprio nei primi decisivi giorni della campagna vaccinale contro l’influenza stagionale, la notizia del ritiro delle “dosi di vaccino antiinfluenzale contaminato” potrebbe infatti aver compromesso una campagna che già aveva subito colpi duri dalla cattiva gestione dell’analoga campagna di massa di vaccinazione contro la recente pandemia del 2009: anche in quel caso errori di comunicazione hanno fatto calare di oltre il 10% la copertura vaccinale della popolazione a rischio con l’inesorabile conseguenza di un proporzionale aumento della  morbosità e mortalità dell’influenza, che ogni anno in Italia colpisce milioni di persone, con un eccesso di mortalità stimato dalle 5 alle 8mila persone all'anno.

Perché i vaccini sono stati ritirati? In realtà è accaduta una cosa assolutamente “normale” nel processo di produzione di buona parte dei farmaci iniettabili. “Tutti questi farmaci, prima di uscire dalla fabbrica, vengono sistematicamente controllati anche con prove di sterilità, a garanzia dell’assenza di potenziali batteri contaminanti” spiega l'esperto di sanità pubblica Donato Greco, membro del progetto TELL ME. “Se le prove di sterilità, di per sé molto rigorose e definite da un preciso protocollo europeo, risultano negative il lotto di quel farmaco viene eliminato. Per i vaccini, inoltre, una volta che il prodotto è pronto ad uscire dalla fabbrica, le prove di sterilità vengono ripetute su tutti i lotti da un ente di Stato (nel nostro caso l’Istituto Superiore di Sanità). Solo dopo questi controlli il vaccino è posto sul mercato”.

Il vaccino antinfluenzale viene prodotto ex novo ogni anno da marzo a luglio, sulla “ricetta” data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché il mix di virus influenzali tende a cambiare tutti gli anni. Quindi viene acquistato da Regioni ed Asl con gare a partire da settembre con quantità stimate sulle popolazioni target della vaccinazione e sulle quantità acquistate negli anni precedenti. Le dosi scartate vengono rimpiazzate dalla produzione paneuropea dei vaccini.

Nulla di cui preoccuparsi, quindi, se la notizia non avesse innescato da un lato i peggiori sospetti di “contaminazione” da parte del pubblico (basta leggere i commenti agli articoli apparsi online, come questo: Vaccino influenza, ritirati 2,3 milioni di dosi), e dall'altra una serie di comunicazioni “rassicuranti” da parte delle autorità sanitarie. Tanto rassicuranti (e poco trasparenti) da sortire l'effetto opposto: l'allarme. “Contagiosa, in tutta questa vicenda, è stata dunque l'informazione, non il vaccino e nemmeno l'influenza”, è stato il commento del Board del progetto TELL ME, il cui scopo è proprio quello di analizzare la comunicazione che riguarda le epidemie influenzali, la promozione della vaccinazione e delle altre misure atte a prevenire e contrastare il diffondersi della malattia. Un compito indubbiamente difficile, soprattutto quando ci si trova a dover spiegare procedure normali di sicurezza del tutto ignote all'opinione pubblica. “Che può fare il cittadino davanti a questa notizia?” si chiede Donato Greco. “Che reazione ci si attende? Può forse adottare comportamenti protettivi? In effetti nulla può fare se non aumentare sensibilmente la sua diffidenza verso i vaccini”.

E' interessante riflettere su questo caso di “fallimento comunicativo”, che certamente non farà che alimentare la diffidenza pubblica nei confronti dei vaccini. Un fallimento che potrebbe essere ben più pericoloso se ci trovassimo alle prese con una pandemia influenzale, in cui l'informazione può decidere della vita o della morte di milioni di persone.

Il progetto TELL ME nasce all'insegna della trasparenza e della appropriatezza nella comunicazione in un settore tanto delicato (www.tellmeproject.eu). Epidemiologi, operatori sanitari, giornalisti, studiosi di scienze sociali e comunicative di importanti istituzioni italiane e straniere si sono consorziate in questo progetto per “apprendere dall'esperienze e dagli errori commessi un modo più corretto di comunicare al pubblico gli strumenti che abbiamo a disposizione contro l'influenza, soprattutto durante un'eventuale pandemia”.

Il 9 novembre TellMe terrà un incontro a Roma (Hotel NH Leonardo da Vinci) sui primi risultati del progetto. In particolare verranno presentati:

  • un’analisi dei comportamenti della popolazione nelle precedenti pandemie (l'ultima del 2009 in particolare) in relazione alle informazioni fornite;
  • un’analisi dell’informazione su influenza e vaccini veicolata  da media tradizionali e nuovi social  media;
  • un’analisi delle“leggende urbane” fiorite intorno a vaccini e influenza;
  • interviste ai medici di famiglia europei

Al meeting parteciperanno ricercatori e importanti rappresentanti della sanità europea. I giornalisti possono partecipare scrivendo a: Luca Carra, Agenzia ZADIG (carra@zadig.it)

facebooktwitterrss